Arturo Martini
PITTORI
Figura isolata nel panorama locale, Alberto Martini è tra i massimi intepreti in Italia del linguaggio simbolista, che declina in chiave originale nella correlazione tra arte e letteratura, privilegiando il mezzo grafico.
Nato a Oderzo, in provincia di Treviso, nel 1876, Martini intraprende precocemente la carriera artistica, mostrando una spiccata predilezione per il disegno. Ad avviarlo allo studio dal vero e alla copia è il padre Giorgio, pittore e professore di disegno (nel 1905 sarà insegnante di Arturo Martini presso la Scuola serale d’arti e mestieri di Treviso).
Esordisce nel campo dell’illustrazione di opere letterarie (come La secchia rapita di Tassoni), in cui si distingue per il tratto sottile e minuzioso, vicino alla grafica tedesca.
Poco più che ventenne, espone alla Biennale di Venezia e alla Società Promotrice di Torino alcuni disegni caratterizzati da tematiche sociali (come Poema del lavoro): le sue opere sono notate da Vittorio Pica, che da allora sarà uno dei suoi maggiori sostenitori.
Importanti viaggi nelle capitali europee completano la sua formazione: nel 1898 soggiorna a Monaco di Baviera, dove entra in contatto con gli esempi di Jugendstijl e collabora come illustratore alle riviste Decorative Kunst e Jugend; nei primi anni del Novecento si reca a Parigi e a Londra, dove farà ritorno a più riprese, mantenendo nel corso della sua attività espositiva molteplici relazioni internazionali.
