Luigi Zandomeneghi
SCULTORI
Nato a Verona il 20 febbraio 1778 nel comune di Colognola ai Colli, Luigi Zandomeneghi fu un abile scultore, fecondo e di tendenza accademica, tanto da essere considerato il più importante scultore veneto della prima metà dell’Ottocento.
Grazie alle buone condizioni economiche della sua famiglia, Luigi ebbe l'opportunità di studiare pittura, lettere e meccanica.
Intraprese i primi studi presso la bottega veneziana di Bernardi Giovanni detto il Torretti, lo stesso luogo dove si formò anche Antonio Canova. Di quest’ultimo, Zandomeneghi era costante seguace e fedele imitatore, tanto da raggiungerlo a Roma.
Successivamente, Zandomeneghi tornò a Venezia, dove concentrò gran parte della sua attività. Qui realizzò numerose opere importanti e divenne un punto di riferimento per molti abili scultori legati alla scuola canoviana. Dal 1819, iniziò anche a insegnare presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra le sue opere principali si ricorda il progetto del mausoleo di Canova, realizzato nel 1827 in collaborazione con Antonio Bosa, Giuseppe Fabris e Rinaldo Rinaldi. Il mausoleo ha una struttura piramidale su una base a gradinata, decorata con statue che rappresentano le Arti, il Leone di San Marco e il Genio. Al suo interno, in un vaso di porfido, è conservato il cuore di Canova.
Alcune delle opere veneziane sono state realizzate in collaborazione con gli allievi Bosa, Fabris, Bartolomeo Ferrari, Antonio Giaccarelli, e dei collaboratori del Canova.
Oltre a Venezia, Zandomeneghi fu attivo a Padova - dove, per l’appartamento neoclassico del Palazzo Papafava, realizzò dei grandi altorilievi narranti episodi omerici -, a Bassano del Grappa - dove, nel Museo civico, è conservata la statua marmorea Omaggio ad Antonio Canova, del 1827 -, a Castelfranco Veneto - città nella cui Chiesa di Santa Maria in Pieve vi sono le sue statue di Maria e San Giovanni -, a Trieste – dov’è situato il suo fastigio scultoreo, che orna la facciata del Palazzo del Tergesteo - e ancora ad Udine - dove ha eseguito un bassorilievo nel cimitero di San Vito -.
Zandomeneghi si sposò con Maria Ghislanzoni nel 1805, ed ebbe otto figli, tra i quali ricordiamo Andrea e Pietro, suoi allievi e collaboratori che divennero anch’essi scultori e affiancarono il padre nella realizzazione di un’altra opera veneziana: il maestoso ed accademico monumento marmoreoin onore di Tiziano, commissionato dall’imperatore Ferdinando I ed eretto anch’esso nella basilica dei Frari, luogo dove il grande pittore sarebbe stato effettivamente seppellito. Al centro del monumento si erge la statua di Tiziano, circondata da figure simboliche, mentre sullo sfondo sono riportate a rilievo tre opere del maestro: il supplizio di San Lorenzo, San Pietro martire e l’Assunta.L’opera assorbì totalmente gli ultimi anni di attività dell’artista -pur sempre impegnato in Accademia e nell’allestimento del Museo archeologico a palazzo ducale-, e, dopo varie traversie dovute ai cambi di governo e alla sua salute precaria, il monumento fu portato a termine dai figli in seguito alla sua morte, avvenuta a Venezia nel 1852.
