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Luigi Bailo

MUSEO LUIGI BAILO
PIANO TERRA
INGRESSO DEL MUSEO

Luigi Bailo

Nato a Treviso nel 1835 e vissuto per quasi un secolo, l’abate Luigi Bailo ha segnato profondamente l’ambiente culturale trevigiano.
Studioso e scrittore, laureato in Filosofia all’Università di Padova e professore di Lettere presso il Liceo Canova, segretario dell’Ateneo Veneto, Bailo coltiva idee liberali che spesso lo pongono in contrasto con le gerarchie ecclesiastiche locali e vive i fermenti del clima risorgimentale, intervenendo in numerose occasioni sui giornali dell’epoca come “Il Monitor di Treviso”.
Per oltre cinquant’anni è direttore della Biblioteca Civica, di cui segue il trasferimento nel 1878 dal palazzetto prospiciente Piazza dei Signori, progettato dall’architetto Bomben, all’ex complesso conventuale dei Carmelitani (dove occuperà l’antico volume della Chiesa degli Scalzi), curandone il riordino e lo sviluppo attraverso donazioni e acquisizioni.
Con l’apertura della Biblioteca Bailo fonda, presso la stessa sede, il Museo Trivigiano: una collezione eterogenea riunita nel corso degli anni, comprendente materiali archeologici (come il lapidario romano), affreschi strappati provenienti da palazzi e edifici religiosi cittadini, ceramiche e oggetti d’arte applicata, dipinti e sculture antichi e moderni che progressivamente vengono distribuiti negli spazi conventuali. Gli oggetti esposti nel Museo (aperto al pubblico nel 1888) sono risultato dell’instancabile impegno speso dall’abate nella ricerca e nel recupero dei materiali storici e nella tutela del patrimonio locale che spesso condivide con artisti e restauratori (come Antonio Carlini e la famiglia Botter). È nota in questo contesto la vicenda del salvataggio, nel 1883, degli affreschi raffiguranti Le Storie di Sant’Orsola di Tommaso Da Modena, presenti nella Chiesa di Santa Margherita e prossimi alla distruzione, attualmente conservati all’interno della Chiesa di Santa Caterina.
Committente e sostenitore dei giovani artisti (tra cui Arturo Martini), provvede a importanti acquisti (per i quali non esita a ricorrere ai suoi fondi privati) che confluiscono nella collezione del Museo: basti citare il Gruppo della famiglia del pittore, capolavoro del sedicenne Hayez.
È tra i primi fautori del congiungimento della Pinacoteca Municipale al Museo Trivigiano, nella prospettiva di creare presso la sede di Borgo Cavour un polo culturale-educativo per la storia dell’arte antica e moderna, unito alla Biblioteca e agli archivi cittadini. La Pinacoteca, di cui è stato conservatore ad interim nel 1879-1881, condivideva allora con la Biblioteca il palazzetto in Piazza dei Signori; incassata durante la Grande Guerra, era rimasta per anni priva di una collocazione definitiva.
L’accorpamento e il necessario riordino delle raccolte, secondo i criteri della moderna museologia, è portato a termine nella seconda metà degli anni Trenta da Luigi Coletti, successore dell’abate Bailo scomparso nel 1932.

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