Guido Cacciapuoti
SCULTORI
Maialini
Posizione nel museo
PRIMO PIANO SALA 112
Un gruppo di maialini si accalca all’ora del pasto: alcuni, con il grugno a terra, non perdono tempo a consumare il cibo, altri cercano di farsi spazio spingendo e scavalcando i fratelli per trovare una postazione migliore. Ammucchiati a un’estremità della base, gli animali formano una massa fremente che trasmette in modo efficace la concitazione del momento: il senso di movimento è potenziato dalla disposizione dei piccoli suini e dall’alternanza delle linee, parallele e perpendicolari, formata dalle diverse figure. Il modellato è, al tempo stesso, eloquente: Cacciapuoti plasma gli animali in modo che i loro corpi sembrino staccarsi – quasi in un continuum formale - dal fango in cui si azzuffano.
Vicina a Scrofa con maialini, pressoché coeva, la composizione è un esempio della spontaneità e dell’inventiva messe in atto dall’artista attraverso la terracotta: la familiarità con la materia, ereditata dalla tradizione familiare, gli permette di avviare negli anni trevigiani una proficua sperimentazione di modelli, creando un repertorio originale da cui trarrà ampiamente spunto anche negli anni a seguire.
Come Gallo e gallina, anche Maialini è realizzata attorno al 1913. Grazie all’intervento dell’amico Arturo Martini, che lo presenta a Nino Barbantini, segretario dell’Opera Bevilacqua La Masa a Venezia, Cacciapuoti espone in quell’anno alla mostra collettiva presso Ca’ Pesaro. Si tratta di un’edizione straordinaria per la qualità degli interventi, nonché al centro di numerose polemiche attirate dalla modernità delle ricerche, come quelle di Martini e Gino Rossi, che vengono definite genericamente e in modo dispregiativo “futuriste”. Cacciapuoti vi presenta un gruppo di terrecotte raffiguranti animali da cortile e specie esotiche (Gazzelle, Elefanti, Tigri), che la critica apprezza per “vigoria e grande efficacia di modellazione”.
L’artista tornerà ad esporre a Venezia solo nel 1920, in occasione della Biennale internazionale; l’anno successivo si trasferirà a Milano dove aprirà con il fratello Mario la ditta “Grès d’arte Cacciapuoti”.
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Dal Museo Bailo