Luigi Serena
PITTORI
La Preghiera
Posizione nel museo
PIANO TERRA
All’interno di una chiesa, una madre prega inginocchiata, le mani giunte e il capo chino, in compagnia della figlioletta seduta sul pavimento. La disperazione della donna e la volontà di aggrapparsi alla fede emergono con evidenza dalla scena, venata di profonda malinconia. L’ambiente è descritto con sobrietà; i raggi solari rischiarano, con un taglio di luce, il presbiterio sullo sfondo, nel quale si riconosce la Chiesa di Santa Lucia di Treviso.
Con simili caratteristiche, il soggetto compare anche nel precedente dipinto Sine labe (Senza peccato) che Serena presenta alla Biennale di Venezia del 1897, come riporta la scritta apposta dall’autore nell’angolo in basso a destra del dipinto. In quella versione, tuttavia, madre e figlia potevano contare sul conforto di una creatura angelica richiamata dalla supplica; escluso l’intervento divino, protagonista è qui il dramma umano delle due figure, rimaste sole e abbandonate.
Nell’ultimo decennio dell’Ottocento, Serena si avvicina ai temi del verismo sociale, ampiamente trattati in ambito nazionale da artisti come Induno e Morbelli, mentre in laguna la poetica degli umili veniva raccolta e interpretata dal compagno di studi Luigi Nono: l’afflizione delle Vittime di Serena sembra richiamare il capolavoro del veneziano, Refugium peccatorum, che Nono presenta all’Esposizione di Belle Arti di Roma del 1883 riscuotendo un ampio successo ed esercitando una forte influenza nelle produzioni del filone “sentimentale”.
Nonostante l’alterno apprezzamento da parte della critica e le resistenze del collezionismo borghese, che prediligeva le scene di genere, la svolta verso tematiche sociali dimostra l’attenzione dell’artista nei confronti delle tendenze emergenti; pur marginali nel complesso della sua attività, tali prove giungono a risultati di moderna drammaticità come in La morte di Pierrot del 1897.
Con la partecipazione su invito alla Biennale veneziana e, in precedenza, il premio ricevuto all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 (per El stalo) Serena ottiene il riconoscimento della sua attività, che alterna le presenze in ambito locale a quelle in esposizioni di carattere nazionale e internazionale.
L’opera viene acquistata dal Comune di Treviso nel 1906, entrando nelle collezioni civiche allora dirette da Luigi Bailo.
SCHEDA TECNICA

Museo Bailo