Arturo Martini
PITTORI
Venere dei Porti
Posizione nel museo
PRIMO PIANO
Tornato in Liguria nel 1930, al termine del periodo di insegnamento all’I.S.I.A. di Monza, Martini lavora a sculture di grande formato: sono gli anni dei capolavori in terracotta refrattaria a esemplare unico, che realizza presso il forno dell’I.L.V.A. di Vado Ligure. Le dimensioni della fornace sono tali da permettergli addirittura di plasmare la creta all’interno, evitando così i facili danni negli spostamenti tra essiccazione e cottura. Tra gli ultimi capolavori di questa stagione, Venere dei porti è realizzata alla fine del 1931: una fotografia dell’epoca la ritrae nello spazio antistante alla fornace di Vado Ligure. Seduta, con le gambe a penzoloni, su un supporto informe (forse un semplice sacco utilizzato per il trasporto delle merci), la moderna Venere fissa l’orizzonte davanti a sé. L’artista non concede ulteriori elementi descrittivi dell’ambiente, concentrando tutta l’attenzione sul corpo e la sua posa. Il capo sorretto dalla mano, la bocca socchiusa e lo sguardo perso nel vuoto lasciano intendere lo stato d’animo della figura sospesa in una dimensione, fisica e psicologica, di sconsolata indolenza. Trattato negli stessi anni (si pensi a La veglia), il tema dell’attesa è qui associato al solitario e malinconico vivere quotidiano della prostituta nelle città portuali. La torsione del busto rispetto agli arti inferiori (che richiede allo spettatore una visione a 360° dell’insieme) sembra suggerire l’idea di uno spostamento di prospettiva: la donna si volge “altrove”, cercando alternative al difficile presente in cui è immersa. Il soggetto, che in termini diversi aveva ispirato anche altri artisti (fra cui Sironi) e che dallo stesso Martini era stato affrontato fin negli anni giovanili (con Prostituta del 1913), trova nell’uso della terracotta una nuova espressività: la superficie grezza infonde al corpo nudo un carattere rude, eppure resiliente, quasi plasmato dalle durezze della vita. Esposta nel 1933 alla IX Mostra d’Arte Trevigiana, grazie all’interessamento di Giuseppe Mazzotti viene acquistata dal Comune di Treviso, entrando così nelle collezioni dei Musei Civici.

Primo piano della Venere dei porti
SCHEDA TECNICA

Dal Museo Bailo