Arturo Martini
PITTORI
VIA CRUCIS
Posizione nel museo
PRIMO PIANO
Il ciclo della Via Crucis è costituito da sei formelle in terracotta i cui soggetti - Cristo insultato, Incontro con le pie donne, Incontro con la Veronica, Cristo spogliato, Deposizione e Cristo al sepolcro - appartengono alla tradizionale iconografia evangelica. Il modello per lo stampo delle formelle viene realizzato dall’artista nell’inverno 1926-1927, presso lo studio ad Anticoli Corrado sull’Appennino laziale. È evidente, in questi anni, l’attenzione nei confronti dell’arte medievale che caratterizza la sua produzione di grande e piccolo formato. E’ evidente il richiamo alla tradizione romanica, cui si legano i soggetti religiosi dello stesso periodo (ad esempio il gruppo Madonna con bambino e angeli, le terracotte del Presepe, grande e piccolo, fino al capolavoro in bronzo de Il figliuol prodigo realizzato per i coniugi Ottolenghi), sviluppato con uno stile narrativo essenziale, privo di orpelli, eppure altamente espressivo. Gli elementi delle diverse composizioni sono organizzati con un impianto rigoroso: alternando vuoti e pieni, gli spazi appaiono densamente popolati, con effetti di notevole tridimensionalità. A seconda dell’episodio descritto, ogni formella presenta elementi dell’ambientazione che, simbolicamente, rinviano al doloroso percorso di Gesù sul Golgota fino alla sepoltura. Le scene sono movimentate: alla drammaticità degli eventi partecipano i personaggi coinvolti (da cinque a sette), attentamente studiati nelle pose e negli atteggiamenti su modelli storici (altomedievali e popolari), tanto da costituire in alcuni casi il prototipo per opere maggiori. Il recupero delle radici storico-artistiche medievali si accorda, negli anni Venti, al “ritorno all’ordine” promosso dalla rivista “Valori Plastici” e sostenuto in seguito dal gruppo di Novecento, con cui Martini espone nella Prima e Seconda Mostra milanese nel 1926 e 1929. Come il contemporaneo Presepe grande, il ciclo viene messo in produzione dalla manifattura genovese dell’architetto e committente Mario Labò, che presenterà l’artista nella mostra individuale alla Galleria Pesaro di Milano nel 1927. Le formelle conservate presso il Museo Luigi Bailo appartengono alla donazione, nel 1967, di Costantino Barile, studioso di Martini e della sua attività di ceramista nell’area ligure.

VIA CRUCIS STAZIONE III
SCHEDA TECNICA

Dal museo Bailo